Quasi 30.000 visitatori hanno affollato i padiglioni del Salone la scorsa edizione e altrettanti si prevedono per quest’anno. Abbiamo chiesto a Carlo Amadori, ideatore e responsabile organizzativo di Restauro, a cosa si deve questo successo.
“Gli ospiti accorsi lo scorso anno rappresentano senz’altro l’indice di gradimento raggiunto. Sicuramente è in crescita l’interesse per i beni culturali intesi sia come patrimonio da conoscere, amare e salvaguardare, sia come inestimabile risorsa del paese su cui investire.
La formula fieristica rappresenta il contenitore perfetto in cui inserire la crescente domanda di partecipazione da parte degli addetti ai lavori, che attraverso l’articolazione in stand, convegni, dibattiti e mostre possono mettere a disposizione le proprie competenze ed esporre i propri prodotti. Naturalmente fondamentale è la presenza attiva del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso i suoi maggiori istituti, e dell’Istituto dei Beni Culturali della Regione Emilia Romagna.
quest'anno si punterà sull’internazionalità, sicuramente. Il salone vuole porsi come una finestra aperta sull’offerta italiana del settore del restauro, dagli aspetti tecnici a quelli della tradizione storico-artistica, e come momento di confronto e scambio delle esperienze e delle professionalità.
Quest’aspetto sarà rafforzato dalla partecipazione dell’Istituto Nazionale per il Commercio Estero con uno stand istituzionale e con missioni di operatori provenienti da paesi esteri. Ci saranno inoltre mostre internazionali e contributi forniti da esperti e tecnici esteri. A questo proposito vorrei segnalare contributi notevoli come l’intervento di recupero conservativo del Peristilio del Palazzo di Diocleziano a Spalato.
Anche lo spazio dedicato alla formazione professionale occuperà un ruolo centrale. Novità assoluta è la presentazione da parte di Assorestauro della Scuola di Restauro di San Pietroburgo, nata grazie alla collaborazione con l’ICE e la Soprintendenza ai Beni Culturali di San Pietroburgo. Il Salone sarà anche l’occasione per avviare i corsi teorici di questa nuova scuola, permettendoci di consolidare il nostro particolare interesse sulla domanda formativa, in particolare di operatori stranieri, ottenuta grazie a una collaborazioni tra esperti italiani ed esteri.
Saranno presenti anche laboratori con restauri dal vivo e naturalmente anche quest’anno saranno protagonisti l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Istituto Centrale del Restauro di Roma e il Centro di Venaria Reale di Torino.
La varietà dei temi affrontati nelle mostre e nei convegni è ricchissima. Per citare due casi noti, saranno presentati i sorprendenti risultati dell’applicazione della riflettografia IR sulla Vergine delle Rocce, la famosa opera leonardesca conservata alla National Gallery di Londra e verrà approfondito il rapporto tra il cartone farnese di Michelangelo e la tela rappresentante Venere e Amore del Pontormo conservato all’Accademia di Firenze.
Il convegno su “Il colore negato, storie e vicende delle pitture murali imbiancate” propone un tema ancora poco noto, ma vasto e interessante al punto che è già stato previsto un approfondimento sull’argomento per la prossima edizione del Salone. Abbiamo deciso di dedicare una maggiore visibilità al delicato restauro degli strumenti musicali antichi, con la possibilità di assistere dal vivo ad alcuni interventi e di ammirare prezzi rari e preziosi in mostra.
La vitalità di questa disciplina, che si rinnova cercando di rispondere alle emergenti necessità del nostro mondo è testimoniata dall’attenzione per il nostro più recente passato: per questa ragione continua l’appuntamento con “Conservare il Novecento” a cura dell’IBC Emilia-Romagna, che si occuperà di archivi e biblioteche.
Dopo gli eccellenti restauri del Teatro La Fenice di Venezia e del Teatro alla Scala di Milano, sarà presentato quello del Petruzzelli di Bari, grazie al quale sono stati restituiti al suo originario splendore gli apparati decorativi del Foyer. In occasione del Salone sarà presentato un progetto sulla riqualificazione urbanistica sui piani di gestione colore applicati ad oltre quaranta centri liguri e campani attraverso la comunicazione dei risultati raggiunti a Capri e Ischia.
L’appuntamento è a Ferrara, che, con la sua splendida cornice architettonica e la sua vitalità culturale, più che mai è testimonianza dell’importanza di continuare a credere e investire sui beni culturali, la vera risorsa del Paese.