Esistono labirinti sotterranei, passaggi segreti, gallerie sotto il fiume, trabocchetti, sale del tesoro scavate nella roccia, torri e porte inaccessibili, stanze della tortura, grotte per la magia. Stefano Sieni l'ha riscoperta, attraverso una lunga esplorazione tra cunicoli e campanili, tra soffitte, archivi e fogne.
Un'avventura nel tempo e nello spazio, alla quale si vanno aggiungendo sempre nuovi capitoli. Le immagini dissepolte, unite a vecchie memorie, fanno riemergere la millenaria essenza della città, quella vera, fatta di carne, spirito e misteri. Firenze patria di mecenati, avventurieri, mercanti, prostitute, inventori, schiavi, artisti, saltimbanchi, sicari e papi. Firenze splendida e munifica, ma anche sordida e pidocchiosa, dolce e colta, ma anche crudele e rozza. Paradiso, purgatorio e inferno mescolati insieme: un'incredibile miscela che ha fatto da tavolozza spirituale al genio degli artisti. Le immagini da incubo della "Divina Commedia" erano già dipinte sulle mura dei palazzi.
Dante descriveva scene che i fiorentini del tempo avevano ben impresse negli occhi e nella mente. Che cosa nascondono le torri, le case, i tetti delle basiliche, le strade? Perché i fiorentini "adoravano" il leone? Come scelsero di farsi seppellire i grandi pittori? Dove porta la cisterna del Forte di Belvedere o la rete di cunicoli che va da Arcetri a Boboli e oltre? Quale fine fece il tesoro dei Medici? Le risposte a queste e a tante altre domande esistono. Bastava cercarle sottoterra, fra le ragnatele e la polvere, in fondo ai pozzi e alle gallerie, ma anche negli archivi, nei dipinti, nelle biblioteche, nelle memorie ufficiali e in quelle tramandate di padre in figlio.
Firenze è una città eccezionale, nel bello e nel brutto, nel bene e nel male. Per conoscerla davvero, bisogna imparare a respirarla, senza fermarsi alle immagini da cartolina. E respirarla vuol dire anche sentirla nelle cadenze minime, nella gente che parla per la strada. Quella stessa gente che, oltre ai grandi artisti, dette gli umili manovali e gli artigiani, senza i quali nessuna opera avrebbe visto la luce: dal Duomo a San Lorenzo, da Palazzo Vecchio alle fortezze. Bisogna andare dietro le quinte dei monumenti famosi, magari calarsi dentro o scalarli per scoprire altri capolavori sconosciuti. Sono i cantieri dell'ingegno, dove intrecci di leve e impalcature permisero di manovrare l'impossibile.
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