Tutto il lavoro di David Shaw è rivolto all'investigazione su spazio, natura e materiali. Ai suoi occhi l'uomo tende a concettualizzare la propria realtà e, di conseguenza, a porre dei limiti alla sua comprensione delle cose.
Pur dotato di grande talento manuale David Shaw limita dunque il suo intervento alla creazione di forme primarie, forme che si presentano come allegorie astratte colte dal nostro sguardo in un equilibrio precario e che, secondo Jennifer Coates, "sono sempre due cose per volta, eppure sembrano incomplete".
Il laminato olografico che ricopre parzialmente le sculture realizzate per la mostra di Pietrasanta dona leggerezza ed eleganza al materiale utilizzato, ma ne aumenta anche la percentuale di ambiguità visiva avvicinando il manufatto ad un mondo digitale/virtuale alquanto distante dall'esecuzione manuale e dall'utilizzo di materiali poveri (legno, ferro, acciaio) nella scultura dell'artista newyorkese.
Il lavoro di David Shaw suggerisce che ambiguità e incertezza sono componenti dell'arte e vanno accettate da noi spettatori nel confronto con l'opera, così come l'artista è abituato ad inglobarle nel suo fare dinamico e complesso.
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